Commento Liturgia - Santa Maria della Consolazione

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Commento Liturgia

Catechesi

IL VANGELO DELLA DOMENICA
commento di don Fabrizio

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XV Domenica del T.O. – Anno B

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni [breve (Ef 1, 3-10)]
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

«In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4)

Mi ha molto rincuorato sentirmi dire dalla Parola di Dio che il Signore, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, è Dio e ha nelle sue mani tutta la storia, dal suo inizio alla sua fine. Tutto andrà come il Signore ha predisposto. Tutti gli uomini che vorranno partecipare al disegno della Volontà di Dio, ne saranno parte.

Gesù nel suo Vangelo invia i discepoli che si è scelto, i battezzati (e non solo i preti o le suore) ad annunciare al mondo la sua Signoria di amore su di esso. Noi consacrati nel «fonte battesimale», siamo portatori solo di questo messaggio, nulla di più. E non c’è da aggiungere niente oltre questo. Ed invece io e voi non siamo annunciatori credibili verso chi ci guarda e accoglie. Non lo siamo perché prima di tutto non crediamo che Dio sia davvero il Signore del mondo e della storia.

Ecco perchè si allontano tante persone dalla fede. Basterebbe una vita più profonda ed innamorata di Dio. Sarebbe sufficiente agli occhi di tante persone, vederci meno arrabbiati, meno complici o sudditi delle ragioni dell’egoismo e della convenienza per convincerle della bontà del Regno di Dio. La mitezza, la sobrietà dei costumi, la gratuità degli atteggiamenti, tutto questo basterebbe ad attrarre i cuori di persone smarrite che invece si sentono da noi giudicate, condannate, emarginate.

Addirittura l’abbigliamento e il nutrimento (pane, sacca, denaro, due tuniche, sandali) sono il primo annuncio. Da come ci occupiamo di noi stessi, da come mi nutro e mi vesto, da come mi occupo di me e il modo in cui trascuro il prossimo, tutto questo ci rende più o meno credibili. Forse viviamo nel lusso anche delle idee, dei pensieri superficiali, dei valori effimeri di cui il mondo non ha bisogno e che si sente tradito quando glieli proponiamo infarcendo tutto di falso cristianesimo.

Il mondo non ha sete di prediche e di giudizi, ma di esempi nella famiglia, nelle comunità dei sacerdoti, negli uffici e nei posti di lavoro. Se io tratto gli altri da cani, e poi si sa che vengo qui ad inginocchiarmi a pregare e battermi il petto: come potrò essere credibile? Se sfrutto i miei dipendenti, se non gli rendo giustizia negli orari, nei diritti nel salario e poi mi fermo con aria serafica e paradisiaca davanti al Signore nell’ora di adorazione…crediamo davvero che Gesù sia contento? Se anche io tratto i miei collaboratori come servi e non da fratelli e figli come potrò mai dall’altare dirvi solo anche una parola attinta dal vangelo, se la tradisco ogni volta?

Insomma nessuno è escluso dalle parole di Gesù. Ma forse alla fine tutto nasce dal fatto che pensiamo al mondo come qualcosa di più forte di Dio e quindi nel nostro annuncio usiamo gli strumenti miseri e seducenti di questa terra perchè rinunciamo alla forza della Parola. Signore ravviva la fede in Te nei nostri cuori di poveri battezzati troppo timidi. Non dobbiamo fare nulla se non credere in Te e portarlo con occhi vivi, umili e convinti nelle vite di chi vorrà aprirci la porta. E stiamo certi che se busseremo con amore, le porte chiuse saranno molto poche. Ma anche se lo fossero tutte, abbiamo la Porta più bella già aperta, l’unica che conta: quella del cuore di Gesù che ci amerà anche e soprattutto quando la vita ci scarterà perché crediamo nella Signoria Eterna della Santissima Trinità. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo


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